Home » Archivio articoli » La testimonianza di Tade Ipadeola

La testimonianza di Tade Ipadeola

La testimonianza di Tade Ipadeola - Pierluigi Natalia

  

Poesia dolente

  

africana

  

  

  

21 marzo 2014

Cos'è poesia nell'Africa dolente? Come si esprime quest'epoca feroce per il continente nelle parole, nel sentire di quanti vivono il peso e il dovere di raccontare, di testimoniare? Poesia, come dovunque, sono le storie, le culture, le persone. E in un continente dove la trasmissione orale resta tra i fondamenti del sapere condiviso, anche le lingue dei colonizzatori trovano senso, peculiare capacità, forza di testimonianza. È il caso della poesia di Tade Ipadeola, vincitore del Premio nigeriano per la letteratura con la raccolta “Sahara Testaments” (Testamenti del Sahara).

La notizia è stata data, questo 21 marzo, nel primo giorno di primavera, dalla Misna, l'agenzia delle congregazioni missionarie pensata, fondata e diretta fino a dieci anni fa da Giulio Albanese, il missionario comboniano che più di chiunque, da anni, racconta al nord distratto del mondo quelle realtà che con tanta ipocrisia chiamiamo “in via di sviluppo”.

La poesia del quarantenne Ipadeola è al tempo stesso letteratura e cronaca. Letteratura perché indaga fenomeni storici e culturali. Cronaca perchèé riferisce di realtà spesso ignorate della difficile contemporaneità africana. Originario della città di Ibadan, Ipadeola ha interrotto la propria attività di avvocato per viaggiare e cercare storie nel Sahara. La sua esperienza è incominciata in Mauritania e si conclusa in Egitto, in un momento storico cruciale, sospeso tra le speranza suscitate dalla cosiddetta primavera araba e gli orrori del conflitto civile in Libia.

In “Sahara Testaments” si incrociano racconto e denuncia. Ipadeola scrive dei cambiamenti climatici o delle responsabilità socio-ambientali delle compagnie petrolifere. Poi ci sono le tragedie dei migranti e dei profughi che a rischio della vita attraversano il deserto in cerca di un futuro migliore in Europa, come quegli 87 morti di sete nell’ottobre scorso mentre cercavano di raggiungere l’Algeria attraversando il deserto nigerino.

Poesia civile e politica, dunque. Alla cerimonia per il conferimento del premio tenuta a Lagos Ipadeola ha detto che i giovani sono spinti a lasciare il loro Paese da povertà e da mancanza di prospettive. Un segno inconfutabile, secondo il poeta, del fallimento della leadership africana.