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Nuovo allarme in Somalia

Nuovo allarme in Somalia - Pierluigi Natalia

  

Bambini

  

verso la morte per fame

  

  

8 maggio 2014 

 In Somalia oltre cinquantamila bambini sono talmente malnutriti da essere sul punto di morire. Lo denuncia un documento sottoscritto da ventidue organizzazioni umanitarie - agenzie internazionali e associazioni locali - impegnate nell'assistenza alle popolazioni del Paese. Il documento è stato diffuso proprio mentre il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, sottolineava ieri, durante una visita nella sede a Roma della Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, la necessità di intensificare gli sforzi internazionali nella lotta alla fame. Secondo Ban Ki-moon, infatti, «la fine della fame è possibile, ma bisogna fare di più». Il Segretario dell’Onu ha sottolineato che tutti hanno diritto a una adeguata nutrizione, aggiungendo che il Comitato per la sicurezza del cibo e la Fao hanno lavorato molto per raggiungere gli obiettivi dal programma chiamato Zero hunger challenge (opportunità fame zero).

Nel documento delle organizzazioni che operano in Somalia si sottolinea come a distanza di tre anni dalla devastante carestia che ha colpito il Paese africano almeno tre milioni di persone subiscano ancora gli effetti della crisi. La Somalia è stata infatti la Nazione più colpita dalla siccità del 2011 che ha coinvolto oltre 13 milioni di persone nel Corno d’Africa. Secondo le Nazioni Unite, nel biennio 2011-2012 in Somalia sono morte per fame almeno 260.000 persone, per metà bambini. E la situazione minaccia di precipitare di nuovo. «Oggi abbiamo un preallarme, con tutti gli ingredienti di una crisi umanitaria», ha detto Andrew Lanyon, presidente della coalizione di agenzie umanitarie Somalia Resilience Programme, sollecitando a «muoversi ora per un’azione tempestiva».

Anche Ban Ki-moon, nel suo intervento alla Fao, ha sottolineato la necessità di agire per tempo di fronte alle minacce, facendo riferimento alle crisi più importanti dell’ultimo periodo ed esortando appunto a fare di più nei Paesi che ne sono teatro. Tra gli altri, Ban Ki-moon ha citato il Sud Sudan, dove aveva condotto il giorno prima una missione volta a promuovere un negoziato per fermare la guerra civile divampata da quasi cinque mesi. Il conflitto ha acuito una condizione delle popolazioni già drammatica. «Il Paese africano vive un’emergenza di nutrizione e c’è una intera generazione nata soffrendo la fame», ha ricordato.

Un accento particolare il Segretario dell’Onu ha posto sul ruolo indispensabile delle donne nelle società e nei centri di potere, anche per quanto riguarda l’obiettivo di sconfiggere la fame. Infine, ha invitato i Governi a prendere nel prossimo vertice a settembre decisioni concrete per contrastare i cambiamenti climatici anche scegliendo un’agricoltura sostenibile e una cooperazione globale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio.

Non è certo la prima volta che l'Onu sollecita regole più efficaci per nutrire gli affamati, il che in ultima analisi può realizzarsi solo combattendo le enormi speculazioni sul cibo. Ma così come accade sull'altro cruciale versante dello sviluppo, cioè il lavoro, anche nel settore del commercio le solenni dichiarazioni internazionali non si traducono mai in provvedimenti concreti. E nessuna efficace e concorde volontà politica a livello mondiale riesce a opporsi a una finanza, essa si globale, che in materia di agricoltura si occupa solo di determinare i prezzi dei prodotti delle macroculture destinate ai consumi del nord ricco del mondo — spesso in regime di proprietà internazionale e, comunque, vincolate ai meccanismi commerciali globali — ed erode sempre più l'agricoltura di sussistenza.

Né la questione è solo economica o umanitaria: la lotta alla fame attraverso il sostegno allo sviluppo rurale riguarda direttamente la costruzione della pace. All'origine di molte tra le principali emergenze mondiali, infatti, c'è direttamente o indirettamente, la fame e, quindi, la questione agricola. Che non fa conteggiare solo denato, ma appunti bambini uccisi dalla fame.