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Giro di vite spagnolo sui migranti

Giro di vite spagnolo sui migranti - Pierluigi Natalia

 

Non risorge

l'accoglienza

 

1 aprile 2015

Qualcuno plauderà. Qualcuno che magari ha appena portato a casa gli ulivi o le parme benedette e che si prepara a celebrare i giorni più santi dell'anno. Tra costoro, di certo, ci sono gli esponenti della maggioranza governativa in Spagna, espressione di un partito che si dichiara di ispirazione cristiana. E faranno bene, perché Pasqua è comunque di resurrezione. Quella di Cristo. Staremmo freschi se la resurrezione dovessimo guadagnarcela noi.

Sempre. E soprattutto in quest'epoca che vede moltiplicarsi guerre, ferocia, miseria, discriminazioni, strazi sistematici di popoli e di poveri. E moltiplicarsi le loro vittime, a partire da profughi e migranti in fuga dalle armi o dalla fame.

Né noi europei – quelli delle “radici cristiane” tante volte sbandierate – sembriamo tanto disposti a far risorgere alcuni dei principi, dei diritti e dei doveri morali che proprio dalla nostra storia hanno tratto origine, dall'accoglienza per lo straniero, all'asilo per il perseguitato.

In questa Settimana Santa, l'ultimo esempio viene appunto dalla Spagna un tempo definita “cattolicissima”. Oggi vi è entrata in vigore la nuova legge sui migranti. Tra l'altro, prevede la possibilità del cosiddetto “rifiuto alla frontiera”. I migranti intercettati sulle barriere frontaliere di Ceuta e Melilla, le due enclavi spagnole in territorio marocchino, potranno essere immediatamente respinti senza identificazione e senza controllo del fatto che abbiano o meno i requisiti per chiedere asilo previsti dalle convenzioni internazionali firmate dalla Spagna, come da tutti i Paesi dell'Unione europea.

Da Bruxelles solo l'annuncio che «la Commissione prende nota della legge recentemente adottata dalla Spagna e valuterà con attenzione la sua compatibilità con la normativa comunitaria e come sarà attuata».