Sono ventisei i corpi finora recuperati di profughi e migranti annegati ieri nel naufragio di un barcone che si è rovesciato a quindici miglia a largo delle coste libiche. Le persone tratte in salvo sono 375. Secondo le testimonianze di alcuni degli scampati al naufragio, sul barcone c’erano oltre seicento persone e quindi si profilano terribili le conseguenze di questa ennesima tragedia consumata nel Mediterrano, dove dall’inizio dell’anno sono morti oltre duemila degli sventurati in fuga da guerre, persecuzioni, fame, che tentano di raggiungere le coste dell’Unione europea. Nel barcone inabissatosi potrebbero cioè essere rimaste intrappolate duecento persone. Nel braccio di mare dove si è consumato il naufragio proseguono anche oggi le ricerche di eventuali superstiti, ma le speranze di trovarne si assottigliano di ora in ora.
Secondo le prime ricostruzioni, il naufragio è avvenuto quando gli occupanti del barcone, un vecchio e obsoleto peschereccio, hanno avvistato la nave militare irlandese «L.E. Niamh», appartenente al dispositivo europeo 'Triton, e si sono spostati in massa su una fiancata, facendo così sbandare lo scafo che si è ribaltato. I superstiti e le salme sono sulla «L.E. Niamh», attesa nel pomeriggio a Palermo.
Sono invece per fortuna tutte in salvo le 381 persone imbarcate su un altro barcone sovraccarico affondato poche ore dopo quindici miglia più a nord. L’equipaggio della nave italiana «Fiorillo» è riuscito a prenderli tutti a bordo prima che il barcone s’inabissasse.
Nel frattempo, gli aiuti stanziati dalla Commissione europea a Francia e Gran Bretagna — rispettivamente venti e ventisette milioni euro — per aiutare a fronteggiare l’emergenza in atto nell’Eurotunnel non sembrano aver stemperato né le tensioni tra i due Paesi né la linea dura contro profughi e migranti decisa dal Governo di Londra, che ha anzi annunciato la riduzione delle cinquanta sterline settimanali destinate ai profughi in attesa delle decisioni sulle loro richieste d’asilo.
Riguardo alle accuse mosse da Londra a Parigi di non fare abbastanza per bloccare quanti cercano di raggiungere la Gran Bretagna, il ministro degli interni francese, Bernard Cazeneuve ha sottolineato che il trattato bilaterale del Touquet, firmato nel 2003 per rafforzare il controllo dei migranti in partenza dalla Francia, è un «accordo un po’ ingiusto, in quanto mette molto sulle spalle della Francia e poco su quelle dei britannici».