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Non solo libertà (6)

Non solo libertà (6) - Pierluigi Natalia

Il mare e soprattutto gli uomini che vi lavorano
In questa sezione, gli articoli di Pierluigi Natalia
dal Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare
nel 2007 in Polonia
 


Testimoni di speranza

 

PIERLUIGI NATALIA

nostro inviato

GDYNIA (Polonia), 30.

 

“Ci rivolgiamo a voi, gente di mare  per inviarvi questo fraterno messaggio ...”.  “Promuovere un umanesimo marittimo vivificato dalla Speranza cristiana”.  Volgersi, affidarsi a Dio davanti “... all’immensità del mare, alla sua possanza e al suo splendore”. Le parole del “Messaggio al mondo marittimo”   risuonano solenni e impegnative, ma insieme semplici e rasserenanti, mentre  sulle rive polacche del Baltico, a Gdynia, si conclude il XXII Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare, organizzato dal  Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti dal 24 al 29 giugno. Il Congresso aveva voluto darsi un tema di forte impegno pastorale: «In solidarietà con la Gente del Mare, testimoni di speranza con la Parola di Dio, la Liturgia e la Diaconia».  E nella festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, naviganti del Vangelo, quell’impegno ritorna, con umiltà, ma con fiducia, senza superficialità o  trionfalismi, ma con determinazione e convinzione profonde nel Messaggio che   comunica al mondo l’arricchimento e la fatica di questo speciale incontro ecclesiale. 

Testimoniare speranza, dunque, quella speranza che per il cristiano "non è solo una parola o  o un'idea, ma è una Persona, è Gesu'  Salvatore. Portare questo dono prezioso e  irrinunciabile tra “la gente di mare”, tra le comunità costiere, formate spesso, in gran parte del mondo, dai più  poveri tra i poveri, tra quanti nel mare lavorano ed anche  tra quanti al mare si accostano per ricercarvi, spesso in modo appena cosciente, una dimensione del tempo libero, del riposo, dello stesso turismo, meno alienante e disumanizzata.    

Alla gente del mare il Messaggio assicura vicinanza e concreta solidarietà  nella sua condizione sempre difficile, spesso dolente,  troppo spesso drammatica: “Sicuramente non ignoriamo, ma denunciamo insieme a voi l’esistenza di numerose situazioni disumane – vi si legge – che si perpetuano nel mondo del mare: ci sono esseri umani che subiscano tuttora grandi ingiustizie, indescrivibili sofferenze e morti inumane”.   

Così come  è senza equivoci la valutazione e la denuncia di come alcuni progressi materiali, pure preziosi,  talora si traducano non in un sollievo per i lavoratori del mare, ma in uno strumento per imporre loro altro peso.  “Sappiamo che le nuove tecnologie – si legge ancora – possono aiutarvi a comunicare meglio con le vostre famiglie, tra voi e con l’opinione pubblica: sollecitiamo le istituzioni a porle a vostra disposizione e a consentirvene l’utilizzo”, affinché non si approfondisca la separazione “di quelli che sanno da quelli che non sanno, i poveri di sempre”. E si denuncia che “in effetti, alcune compagnie le utilizzano per obbligarvi a ritmi da automi, in spregio  del vostro equilibrio umano, familiare e spirituale”. 

In questo senso, il Messaggio sottolinea l’importanza della recente approvazione da parte dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) della Convenzione sulla pesca, dopo aver ricordato, sul piano interno,  che nel periodo trascorso dal precedente Congresso mondiale, quello di Rio de Janeiro del 2002,  è stato istituito il Comitato internazionale della pesca dell’Apostolato del mare. Così come sollecita attenzione su due pubblicazioni della Chiesa, ritenute preziose per la formazione di tutti e per il servizio pastorale nel mondo del mare, cioè il Compendio della Dottrina Sociale e il Manuale dell’Apostolato del Mare, del quale sono stati illustrati gli aggiornamenti in questo Congresso.  

Ma il mare è anche un luogo della speranza e della verità per quanti vi trascorrono e affidano la vita, conservano “gli autentici valori della solidarietà e del coraggio” e realizzano “convivenze amichevoli tra personalità, culture e religioni diverse”.  

È il giorno della festa per i congressisti, guidati dal Cardinale Renato Raffaele Martino e dall’Arcivescovo Agostino Marchetto, Presidente e Segretario del Pontificio Consiglio, che hanno assicurato una presenza continua e un contributo prezioso di indirizzo e di ascolto, di stimolo e di sintesi durante i sette giorni del Congresso. È il giorno della gioia per l’Arcidiocesi di Gdansk e Gdynia, che insieme al suo Pastore, l’Arcivescovo  Tadeusz Goclowski, che dell’Apostolato del Mare è Promotore episcopale in Polonia,   prende il largo per benedire le onde e i venti, la natura e gli uomini, prima di tornare alla terra per celebrare solennemente sulla riva del Baltico l’Eucarestia di questo 29 giugno nel quale si svolge la festa del mare.  

È un giorno sorridente per i Coordinatori regionali, di tutti i continenti e gli oceani, per i Direttori nazionali, per gli operatori, Vescovi e sacerdoti, diaconi e religiosi, donne ed uomini laici dell’Apostolato del Mare.   È un giorno di soddisfazione per gli ufficiali del Pontificio Consiglio intervenuti al Congresso, Mons. Jacques Harel, l’incaricato del Consiglio per il suo settore internazionale dell’Apostolato del Mare, e la signora Antonella Farina.  È un giorno di legittimo, commosso orgoglio per l’Apostolato del Mare in Polonia  e, in particolare, il suo Direttore nazionale e Coordinatore per l’Europa, il redentorista padre Edward Pracz, che hanno splendidamente ospitato il Congresso. 

Sulle rive del Baltico  le donne e gli uomini dell’Apostolato del Mare scambiano in un giorno di luce un abbraccio fraterno di congedo prima di riprendere la loro navigazione nel servizio alla gente del mare.  

Anche il vento è sembrato placarsi. Aveva soffiato impetuoso per giorni. Durante la solenne Concelebrazione presieduta giovedì 28 dal Cardinale Martino sul molo del porto di Gdynia, aveva portato lontano, sul mare, la preghiera e il canto dei fedeli e dei marinai della “Dar Młodríeźy”, la nave scuola della Marina polacca. E a quel canto degli uomini il vento aveva unito il suo tra le sartie del vascello attraccato sul molo e pavesato a festa.  

Aveva soffiato mentre l’Arcivescovo Marchetto, al termine della Concelebrazione, aveva letto una  preghiera al Signore per la Causa di canonizzazione di Giovanni Paolo II. E la memoria di tutti i presenti, giunti a Gdynia da ogni continente, era andata al giorno delle esequie del Papa pienamente polacco e autenticamente universale, quanto il vento si era fatto strumento e simbolo dello Spirito per sfogliare il Libro del Vangelo aperto sulla bara, per portare speranza e certezza.   

Si: anche in questi giorni, il vento dello Spirito ha soffiato. E gonfia le vele dell’Apostolato del Mare che riprende il suo viaggio da Gdynia, certo con piena coscienza delle incertezze e dei pericoli della navigazione, ma anche con maggiore convinzione sulle rotte da seguire.  

A Maria, la Stella Maris, è affidato l’impegno a promuovere questo umanesimo marittimo, a farsi con la Parola di Dio, la Liturgia e la Diaconia di servizio, specialmente ai più poveri, sempre più testimoni di speranza in solidarietà con la gente del mare”.   

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